Un giorno incontro la mia amica Laura Corallo e mi fulmina, letteralmente, con questo progetto che stava portando avanti: Ricomincio da me – Fiera del lavoro. La prospettiva che questo evento avrebbe dovuto avere era assolutamente non convenzionale. Non era la solita fiera, non era la solita situazione dove domanda incontra l’offerta (e viceversa). Doveva diventare una sorta di palestra/laboratorio/forum dove preparare una ripartenza: la propria. Hai perso lavoro in uno dei posti più occupati d’Italia? Non sembrano esserci speranze per tornare operativi (troppo vecchio, troppo poco aggiornato…troppo depresso) ? “Se non sai da dove iniziare, inizia da dove ti pare”. E quale migliore punto, se non che ripartire da se stessi. E’ questo il giusto diaframma attraverso il quale riuscire a definire i propri blocchi di partenza.
E’ bastato un minuto perché mi conquistasse tanto da spingermi a offrirle tutte le mie capacità e tempo per poterlo accompagnare (in alcuni aspetti) nel migliore modo che potessi fare. Non sentivo quella puzza di spiritualismo new age che ha pretese salvifiche o di sfruttamento generalizzato di situazioni delicate.
Siamo partiti dal logo, quindi. Amo studiare e realizzare i loghi, sono un’apoteosi della sintesi visiva, concetto e immagine che si travasano tra di loro e creano messaggio.
Tutti quelli che seguono il mio lavoro sanno che sono un seguace di Leonardo da Vinci. Ma quando si lavora su qualcosa bisognerebbe riuscire a spogliarsi dei propri tradizionali punti di riferimento o di interesse. C’è un tempo per la semina e uno per la raccolta, tempi che non dovrebbero sovrapporsi. Nella raccolta è l’istinto che deve tracciare il percorso, istinto che è stato alimentato dalla semina della quale dovrebbe rimanere una traccia, percepibile ma quasi invisibile. Ma stavolta…avevo un’immagine ultra classica che mi ronzava nei bulbi oculari: le ali che Leonardo aveva studiato per tentare il volo. Più la scostavo, più la ritrovavo in mezzo.
Ora, a parte che non va confuso il lavoro con il piacere 😉 le ali sono pericolosissime. Si rischia di trovarsi presso zone impervie, come aree prossime all’al di là (R.I.P Rest in Peace), o dove si respira aria pesante da metallaro o si incappi in cadute stile Icaro.
Ma l’immagine persisteva. E allora ho capito: non dovevo lasciarle da sole queste ali e neanche usarle come protesi ma piuttosto dovevo spostare tutto verso il concetto di angelo come amico. Solo che l’angelo, stavolta, dobbiamo rimpiazzarlo con noi stessi, con ali che diventeranno nostre. Così ho chiuso con l’ultimo passaggio logico. Un ragazzo con le braccia alzate perché dobbiamo sempre rilanciare e rimanere su un piano di estrema concretezza: sono le nostre mani che poi operano, siamo noi i fautori del nostro destino. Le ali sono un punto di riferimento, un’idea. Pensiamo di essere invincibili? E lo diventeremo. Pensiamo di volare? E lo faremo!
Queste ali, come realizzarle? La Fiera si caratterizzerà per avere diversi eventi. Saranno quindi loro la spinta per la nostra ripartenza, su di loro faremo man leva per rilanciare le nostre aspettative. Ho così creato una tessitura a forma di ali con le parole che definivano meglio quello che verrà proposto nella due giorni.
Il font usato è il Consolas, un bel font, chiaro e non banale, tondo ma formale ed efficace. Rispecchiava perfettamente i concetti da trasmettere: professionalità e dedizione (da parte degli organizzatori), speranza e accessibilità (da trasmettere agli utenti).
Infine la scritta Ricomincio da me. Ho insistito sull’aspetto del proprio io (sì, proprio io!). Quindi, due livelli dove potevo caratterizzare in maniera differente alcune lettere. La finale di Ricomincio (io) e me (dopo aver fuso due parole con una sola “da-me”). Per la R ho utilizzato il forward (già Smart e altri). Non certo rivoluzionario il forward, ma ci stava troppo bene, mi piaceva. Ho lasciato che si depositasse verso la prua di questo titolo che rappresenta una nave dove tante unità e unicità si sarebbero incontrate in una collettività dedita ad un aiuto reciproco.